Se oggi si chiedesse a qualche tifoso se, arrivati quasi alla metà della stagione, vi è ancora qualche squadra che può vantare uno “zero” nella casella delle sconfitte in campionato, la risposta sarebbe probabilmente negativa. E sarebbe sbagliata, perchè in realtà, andando a spulciare le classifiche dei campionati professionistici si scopre come vi sia una formazione che non ha ancora perso una partita.

Per trovarla bisogna però mettere da parte la Serie A, la Serie B e scendere fino in Lega Pro, precisamente nel girone A, dove l’Alessandria sta letteralmente dominando il campionato. Prima o poi l’imbattibilità finirà, ma la squadra guidata da Braglia sta facendo non solo sognare una città intera, che sogna il ritorno in Serie B, ma sta anche scrivendo una pagina importante del calcio, che finirà sicuramente sugli almanacchi e che rimarrà nella memoria dei tifosi della squadra piemontese.

Come ha fatto l’Alessandria ad arrivare a questo punto?

Molti si chiedono come l’Alessandria sia riuscita a fare una prima parte di campionato di così alto livello, mettendo una seria ipoteca, a meno di crolli improvvisi, sulla promozione diretta in Serie B. A detta del direttore sportivo Magalini il segreto è in realtà molto semplice e riassumibile in tre parole: entusiasmo, umiltà, fiducia.

Ed è proprio la fiducia nei propri mezzi che sta portando l’Alessandria a dominare il girone A di Lega Pro: la squadra è stata costruita nel tempo e tutti remano dalla stessa parte, consci che la forza della squadra è nel collettivo, inteso anche come giocatori che vedono meno il campo.

Inoltre, alla base di questa Alessandria che domina il proprio girone di Lega Pro vi è qualcosa che accomuna molti giocatori, ovvero la voglia di arrivare ai massimi livelli. E la Serie B, che qui manca da più di 40 anni, al di là di così tante partite senza sconfitte, comincia a diventare un obiettivo davvero raggiungibile.

I segreti del successo

Dietro questa cavalcata dell’Alessandria in cima al girone A di Lega Pro vi è senza dubbio Luca Di Masi: 40 anni e granata fin nel midollo, tre anni fa ha deciso di esporsi in prima persona per evitare all’Alessandria, storica squadra italiana, un altro fallimento.

E da questa decisione, unita poi alla capacità di circondarsi dei collaboratori giusti, è nata questa favola. Ma fattore altrettanto decisivo è stato l’approdo ad Alessandria di Pablo Andreas Gonzalez, un colpo che Magalini mai avrebbe pensato di riuscire a mettere a segno, considerando la fortissima concorrenza che vi era per l’ex attaccante del Novara.

Alla fine il giocatore, che segna a raffica, avendo messo a referto, fino a questo momento, qualcosa come 13 goal in 16 partite, risultando ovviamente il capocannoniere del girone A di Lega Pro e il trascinatore della squadra. Alla base della riuscita della trattativa vi è stato probabilmente la sensazione da parte di Gonzalez che con l’Alessandria sarebbe stato al centro del progetto e che, così come il tecnico Braglia, avrebbe trovato la piazza ideale per riscattarsi.

E al di là di questo ritmo indemoniato che l’Alessandria sta tenendo, quel che colpisce è la determinazione feroce di tutte le componenti della società: il sogno è riuscire a compiere nel giro di massimo 4/5 anni il salto dalla Lega Pro alla Serie A, da cui la squadra manca da più di mezzo secolo.