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L’elezione di Donald Trump è stata senza ombra di dubbio uno shock per quanti in America e anche al di fuori dei confini del Paese si battono per la tutela dell’ambiente. Tuttavia l’elezione di Trump, pur essendo un duro colpo per il fronte ambientalista, non è certo l’unico aspetto a cui è necessario prestare attenzione e a riprova di questo vi sono i calcoli pubblicati dall’Istituto di ricerca ambientale dell’Amazzonia.

La foresta amazzonica sta scomparendo

L’Istituto di ricerca ambientale dell’Amazzonia ha diffuso una proiezione che in sintesi ha messo nero su bianco il fatto che la foresta amazzonica sta scomparendo ad una velocità che non si può che definire terribile, se si ha a cuore l’ambiente.

Il calcolo è stato effettuato sulla base dei dati che il Governo di Brasilia ha diffuso recentemente: tra l’estate del 2015 e del 2016 uno dei simboli dell’ambiente incontaminato ha perso qualcosa come 7990 chilometri quadrati di territorio coperto da vegetazione. Volendo fare un paragone è come se circa 130 campi di calcio ogni ora venissero meno.

Chi c’è dietro la deforestazione dell’Amazzonia

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L’Amazzonia è il polmone verde più grande e importante a livello globale e una sua scomparsa sarebbe senza dubbio un colpo durissimo per quanto riguarda il clima a livello mondiale. E che la situazione sia tutt’altro che rosea per questo simbolo dell’ambiente incontaminato lo si capisce anche dal fatto che il tasso di deforestazione che si è registrato tra l’estate del 2015 e quella dell’anno appena passato è stato il più elevato da otto anni a questa parte.

Dati alla mano i dodici mesi presi in esame sono stati qualcosa di devastante. Ma chi c’è dietro la deforestazione in atto? La maggior parte della deforestazione, ovvero circa il 35,5%, si è verificato nell’ambito delle proprietà private, mentre guardando i dati da un altro punto di vista, in tre Stati della Repubblica Brasiliana si sono concentrati i 2/3 della deforestazione nei dodici mesi presi in esame.

L’importanza della foresta amazzonica

Nel commentare la propria proiezione ei dati divulgati dal Governo brasiliano l’Istituto di ricerca ambientale dell’Amazzonia ha voluto ribadire come la tutela della foresta amazzonica sia qualcosa di cui tutti, non solo i brasiliani, dovrebbero preoccuparsi, visto che si parla di quello che è il più imponente “polmone verde” a livello globale.

Basti pensare che esso si estende, al momento, per poco meno di 7 milioni di chilometri quadrati e che al suo interno è possibile trovare una specie su dieci di tutte quelle che popolano la Terra. Già solo questi dati fanno capire come si tratti di una vera e propria oasi naturale che andrebbe protetta e preservata. Se poi si aggiunge il fatto che negli ultimi sedici anni vi sono state scoperte oltre duemila nuove specie di piante e di altri esseri viventi, si capisce davvero l’importanza di un intervento a sua tutela.

Il suo ruolo di “regolatore” del clima

Infine, l’Istituto di ricerca ambientale dell’Amazzonia ha voluto rimarcare un dato già reso noto dal WWF negli anni scorsi, ovvero il fatto che la Foresta Amazzonica gioca un ruolo di cruciale importanza per quanto riguarda il precario equilibrio climatico del pianeta. In questo 2017, visti i numeri davvero preoccupanti, molti tra coloro che lottano per la tutela dell’ambiente, si aspettano politiche ad hoc dal governo brasiliano.