Forbidden men (uomini proibiti) denuncia una pesante violazione dei diritti dell’uomo. Fin dalla tenera età, i sacerdoti crescono all’insegna della repressione, reprimendo i propri istinti di uomo. Forbiddenmen (uomini proibiti) si pone come alfiere degli ultimi, poveri sacerdoti bisognosi di amore e comprensione. Il sentimento principer in grado di fare ruotare il pianeta Terra. Forbiddenmen (uomini proibiti) è stato realizzato da Angelita Fiore, giovane regista Italiana.

Forbiddenmen è forte, qualitativamente impeccabile, girato con la passione che solo i grandi registi sono in grado di utilizzare. Realizzato con sapienza e certosina passione, Forbidden Men diventa paladino dei deboli per elevarli sia moralmente sia spiritualmente, in un flusso continuo che, se visto in senso lato, non può che fungere come atto di rivolta disperata contro il Vaticano. Il film piace perchè è vero, sa commuovere, sa toccare le più alte corte di una moralità troppe volte scambiata per un perbenismo scenico, sporcato da odio, astio e menzogna.

Uomini Proibiti fà parlare di se perchè sviscera l’animo umano andando a toccare le più sottili sfumature dell’animo umano, un animo oscuro, un animo vero, un animo proibito. Forbidden men è uomini proibiti, in un paese doveil bene è troppe volte scambiato per un benessere borghese e fasullo, creato da grigi poteri oscuri lesivi per la democrazia speranzosa e oltraggiosi nei confronti dei poveri sacerdoti innamorati. Un film di strada, crudo, viscerale e intenso. Non volgarmente inteso come esercizio di stile, ma rivolto ai piani più bassi di un ego tanto metafisico quanto manieristico. Forbidden men entra nella caverna platonica, andando a discernere e esacerbare la corrente soffusa che lega Nagual a Tonal, andando a colorare di rosso porpora ed esutorando il potere di una gerarchia troppe volte zittita da pensieri coercitivi, melliflui, diafani. Forbidden men è ricerca di libertà là dove la libertà è l’ultimo privilegio di un umanità stanca e impigrita