Haiti, una delle isole più povere dei Caraibi, nasconde una lunga tradizione esotiercia fatta di riti sacrificali, voodoo e danze tribali in onore di divinità antiche. Non è strano assistere a riti sacrificali in cui donne di colore agghindate per l’occasione, sacrifichano animali di ogni genere per onorare dei o creature mitologiche dell’aldilà.
A farla da padrone sono i cosiddetti riti voodoo, che al contrario di quanto si è soliti pensare, non sono ricollegabili solo alla magia nera. Oltre che per invocare anime malefiche, i riti voodoo incluso l’uso della famosa bambolina, infatti, molto spesso vengono utilizzati anche per scopi benevoli, pur contemplando sempre la morte di qualche povero animale malcapitato. Pare che soprattutto i galli siano tra le vittime sacrificali maggiormente utilizzate per mettere in pratica questo genere di rituali.

La magia di Haiti come elemento imprescindibile dell’isola

Trascorrere un soggiorno ad Haiti e non entrare in contatto con la sua straordinaria tradizione magica ed esoterica è praticamente impossibile. Si perché ad Haiti praticamente tutti sono fermamente convinti dell’esistenza della magia, compresi i cattolici più praticanti. Magia e haiti, dunque, rappresentano un connubio indissolubile che si mescola con la tradizione della popolazione locale e delle antiche riminiscenze provenienti dall’Africa.
Ovviamente, ad un visitatore di passaggio potrebbe sorgere un dubbio più che comprensibile. Si tratta di rituali reali o di semplici recite messe in atto per attirare l’attenzione dei turisti? In realtà questo non possiamo saperlo con certezza, sta di fatto che i rituali voodoo rappresentano un aspetto suggestivo e affascinante dell’isola e va senz’altro vissuto a pieno se si ha l’occasione di trascorrere un pò di tempo ad Haiti.

L’impronta del colonialismo su Haiti

Non bisogna dimenticare che Haiti è stata a lungo una colonia francese. A ricordarlo sono i tantissimi monumenti che per stile architettonico ricordano a grandi linee le strutture monumentali più importanti di Parigi. Dopo aver conquistato l’indipendenza dalla madre patria francese, la popolazione del posto costruì una serie di forti e cinte murarie che avrebbero dovuto difendere l’isola da nuovi attacchi coloniali. Fu per questo motivo che vennero costruiti alcuni dei monumenti più suggestivi dell’isola, come il forte di Dessalines.
Ma perché Haiti attirò l’attenzione della Francia? Tra le principali attività produttive dell’isola, spiccava fin dai tempi più antichi quella dello zucchero, elemento essenziale per la produzione di rum, che ancora oggi viene prodotto in gran quantità sull’isola.

Haiti oggi: tra passato coloniale e povertà

Nonostante un passato coloniale e post coloniale ricco di storia , Haiti rimane pur sempre povera, con un elevatissimo tasso di criminalità. È addirittura l’isola caraibica più povera.
Tutta colpa degli invasori americani che fecero razzie, mettendo in ginocchio l’economia isolana. E pure, poco dopo la conquista dell’indipendenza, avvenuta intorno al 1820, l’isola di Haiti aveva gettato tutte le premesse per rialzarsi e diventare un polo internazionale di grande prestigio. A raccontarlo fu un esploratore italiano, Giacomo Costantino Beltrami, che nel 1826 approdò ad Haiti, descrivendola in un suo romanzo come una terra florida, all’avanguardia e moderna. Difficile immaginarla in questo modo viste le attuali condizioni, ma il tracollo dell’isola è in grande parte dovuto alle invasioni anglosassoni.
Le popolazioni del posto, in tal senso, hanno poco da recriminarsi anche se gli haitiani non sono particolarmente noti per caratteristiche come l’ospitalità, che dovrebbe essere invece alla base di una buona politica di gestione del turismo.