Ultimamente cucinare i grani antichi è diventato un vero e proprio trend, tra cui appunto il farro.
Quest’ultimo è il cereale più antico coltivato fin dalla nascita dell’agricoltura ed è ricco di sostanze benefiche per l’organismo.
Ma come si cucina? Scopriamolo insieme grazie a questo utile approfondimento che è stato redatto sulla base di approfondite ricerche. Ricerche, che sono state eseguite sui migliori siti di cucina e successivamente sulle pagine Facebook dei più noti chef di cucina italiana, internazionale e moderna.
Che cos’è il farro
Il farro è una delle tipologie di frumento più antiche coltivate dall’uomo, tanto che durante alcuni scavi archeologici ne furono trovate diverse tracce risalenti al Neolitico.
In epoca romana veniva ampiamente utilizzato per preparare non solo pane, ma anche polente, focacce e pietanze servite durante i banchetti nuziali.
Durante questi ultimi gli sposi, al fine di suggellare l’unione matrimoniale, erano soliti consumare una focaccia insieme. L’utilizzo del farro, per la creazione di questa focaccia, indica l’importa di questo cereale già nell’antichità.
Valori nutrizionali e proprietà benefiche del farro
Il farro è uno dei cereali che contiene una minore percentuale di glutine rispetto al frumento; per tale ragione, anche se sarebbe da evitare, arreca meno danni ai celiaci.
Ha un apporto calorico di soli 340 calorie per 100 grammi di prodotto ed è ricco di antiossidanti come acido folico e selenio.
Inoltre contiene fosforo, fibre e vitamine del gruppo B, che si rivelano degli ottimi coadiuvanti per favorire il metabolismo di proteine e grassi e per preservare la bellezza di capelli e pelle.
Quanto deve stare ammollo e quanto deve cuocere il farro
Il farro deve restare ammollo e cuocere in base alla decorticazione e alla perlatura.
Solitamente in commercio si trova il farro decorticato oppure perlato, al quale viene rimossa la glumetta, ossia la pellicola esterna dei chicchi.
Quest’ultimo non deve essere messo in ammollo e necessita di una bollitura che oscilla dai 20 ai 40 minuti.
Se invece opti per il farro decorticato (quello più ricco di fibre), dovrai sciacquarlo sotto l’acqua corrente, metterlo in ammollo per almeno 8 ore e farlo bollire per almeno un’ora in abbondante acqua salata.
Per entrambe le versioni, la dose di quest’ultima deve essere doppia rispetto alla grammatura del cereale.
Come cucinare il farro
Il farro può essere utilizzato non solo per preparare le zuppe rustiche, ma anche le insalate tiepide.
Se utilizzi la farina, diventerà un ottimo ingrediente per realizzare dolci oppure pasta fresca.
Puoi inoltre utilizzare questo cereale come sostituto del riso per preparare sformati e timballi, i quali saranno decisamente ricchi di fibre.
Una volta terminata la bollitura del farro, deve riposare per una decina di minuti, in modo che possa assorbire tutta l’acqua di cottura e diventare morbido.
Puoi scegliere di cuocere il farro anche tramite tostatura oppure al vapore; se opti per quest’ultimo metodo procurati una vaporiera dotata di fori molto piccoli oppure un colino con ganci, così da poterlo fissare su una pentola e non farlo entrare in contatto con l’acqua.
Devi infine adottare un’unica accortezza: il farro deve essere sempre cotto da solo e mai insieme ad altri ingredienti.
Quali cibi abbinare al farro
Il farro può essere abbinato a numerosi cibi, basti pensare alla carne, al pesce, ai frutti di mare e alle verdure.
Come è facile comprendere, si rivela pertanto una validissima alternativa alla tradizionale pasta oppure al riso. Inoltre, con un attimo di fantasia può diventare un ottimo contorno o la base per un piatto unico che può essere servito a pranzo, a cena o durante una festa con i propri amici.